Recensione Il vecchio che leggeva romanzi d’amore – Sepùlveda

Recensione a cura di Chiara Luci ( Corso Editoria e Comunicazione Digitale 21\22)

 

 

Autore: Luis Sepúlveda

Titolo originale: Un viejo que leía novelas de amor

Traduzione: Ilide Carmignani

Numero di pagine: 132

Casa editrice: Guanda

Il primo romanzo Luis Sepúlveda lo dedicò all’amico Miguel Tzenke per avergli fatto scoprire la bellezza e la particolarità della foresta amazzonica. Come ogni suo romanzo rappresenta un invito alla riflessione; è un dialogo tra antitesi e un inno all’indomabilità della natura, deturpata e defraudata della sua anima da parte della colonizzazione massiccia e incontrollata. Un vecchio di animo coraggioso e sensibile, un viandante della foresta, apprende lentamente gli insegnamenti dagli autoctoni, un anziano dalla grande fibra morale che vive in prima persona le disgrazie e conseguenze irreversibili che si possono scatenare dopo un cambiamento. Durante i suoi giorni di permanenza comincia lentamente a comprendere la delicatezza degli equilibri. Il messaggio di Sepúlveda si percepisce in ogni passo del testo e in ogni descrizione, ha la capacità di rendere vivi ai nostri occhi la profonda umanità dei selvaggi shuar o l’antitetica mancanza di civiltà dei coloni occidentali fino all’archetipica ferocia del tigrillo, felina che abita la foresta, nemico numero uno della popolazione, e come la natura, come la vita, come la vendetta, è indomabile e orgogliosa. Questi eventi che si snodano nella lettura, si accumulano e disperdono e si avvertono un senso di oppressione, una necessità di agire davanti a una consapevolezza di pigra indolenza. Un romanzo sulla vita e sulla sopravvivenza, sulla resistenza, su ciò che siamo disposti a sacrificare. Sentendo quanto l’unicità di un luogo e le sue caratteristiche ci appartengano, anche solo metaforicamente, non si può continuare a fingere che le scelte che facciamo e le azioni che compiamo non provochino delle conseguenze. Si potrebbe prendere ispirazione dalle azioni di Antonio José Bolívar Proaño: un uomo che ha imparato a capire quale sia il suo posto, leggendo romanzi d’amore con una lente d’ingrandimento e cacciando la malignità dalla propria terra.

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