Tomaso Montanari

Tomaso Montanari (Firenze 1971), normalista, è professore ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università per Stranieri di Siena, dopo aver insegnato all’Università di Napoli ‘Federico II’ e a quella di Roma ‘Tor Vergata’.

Si è sempre occupato della storia dell’arte europea del XVII secolo, cui ha dedicato oltre cento saggi, cercando di rispondere alle domande poste dalle opere d’arte con tutti gli strumenti sviluppati nella storia della disciplina: dalla filologia attributiva alla ricerca documentaria, dalla critica delle fonti testuali all’analisi dei significati, ad una interpretazione storico-sociale.

Del 2012 è “Il Barocco” (Einaudi), del 2016 “La libertà di Bernini. La sovranità dell’artista e le regole del potere” (Einaudi), del 2018 “Velázquez e il ritratto barocco” (Einaudi).

Negli ultimi anni ha pubblicato alcuni saggi sullo stato del patrimonio artistico italiano e sulla funzione civile della storia dell’arte: “A cosa serve Michelangelo?” (Einaudi 2011), “Le pietre e il popolo” (minimum fax 2013), “Privati del patrimonio” (Einaudi 2015), “Cassandra muta. Intellettuali e potere nell’Italia senza verità” (Edizioni del Gruppo Abele, 2017), “Costituzione italiana. Articolo 9” (Carocci 2018). Del 2020 è Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’è (Chiarelettere).

È presidente del Comitato scientifico per le Belle Arti del MiC, e della Fondazione Museo Ginori. È presidente onorario dell’Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli. È socio corrispondente dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti.

Scrive sul «Fatto Quotidiano», sul «Venerdì di Repubblica», su «Altreconomia», su «MicroMega».

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