Marianne Schneider nel 1980 ha cominciato l’attività di traduttrice letteraria con Fratelli di Carmelo Samonà.
Fino a oggi ha tradotto molte opere di letteratura contemporanea, moderna e alcuni classici tra cui libri di Giorgio Manganelli, Gianni Celati, Luigi Meneghello, Ermanno Cavazzoni, Gesualdo Bufalino, Antonio Delfini, Carlo Emilio Gadda, Giovanni Verga, Alberto Vigevani e altri ancora; tra i classici Leopardi, Collodi e Leonardo da Vinci, qualche volta aggiungendo alla traduzione una postfazione, presentando l’autore ai lettori tedeschi.
Tra i libri saggistici ha tradotto opere di Elvio Fachinelli, Roberto Calasso e Giorgio Agamben.
Nel suo lavoro di traduttrice ha sempre avuto una predilezione per gli autori la cui prosa si distingue per la musicalità, che hanno cioè un inconfondibile sound e il cui stile si distingue per una spiccata invenzione linguistica; questa predilezione l’ha portata anche a tradurre opere di dilettanti, come ad esempio Il libro mio del Pontormo.
Nel 1993 è stata chiamata da Indro Montanelli a collaborare alla pagina letteraria de Il Giornale e dopo a quella de La voce. Per alcuni anni ha collaborato al quotidiano tedesco Frankfurter Rundschau con articoli sulla letteratura italiana. Ha fatto parte della redazione della rivista Il Semplice (1995/96, Ed. Feltrinelli).
Attività di insegnamento: nell’autunno del 1992 lezioni di stile presso l’Università del Progetto a Reggio Emilia; nel 1996, traduzione letteraria dall’italiano al tedesco al corso della Scuola Europea di Traduzione Letteraria, a Bolzano e nel 2000/2001 a Firenze.