Recensione IL BAMBINO NASCOSTO – R. Andò

Dodicesimo giorno del Calendario dell’Avvento

Recensione a cura di Rosaria Mauriello (corso Il mestiere del Narratore 20\21)

 

IL BAMBINO NASCOSTO

Il bambino nascosto è l’ultimo romanzo dello scrittore e regista Roberto Andò, pubblicato per la Nave di Teseo nel 2020, romanzo da cui è stato tratto l’omonimo film, dello stesso regista, con protagonista Silvio Orlando. Il romanzo, che potremmo definire quasi un giallo per lo svolgimento della vicenda ma con un finale tipico dei racconti d’avventura, è ambientato in una sempre affascinante Napoli, dove convivono cultura e disonestà.  Uno dei due protagonisti è Gabriele Santoro, un maestro di pianoforte che, allontanandosi dalla sua famiglia borghese, ha scelto di vivere nel cuore di Napoli, nel tormentato quartiere Forcella, dove conduce una vita solitaria e cadenzata dalle uscite verso il conservatorio dove insegna, e i versi poetici recitati a memoria nella sua routine quotidiana. Proprio la poesia Itaca di Kavafis apre le danze con il suo immortale tema del viaggio temerario e della scoperta, che metaforicamente prima e fisicamente poi compierà lo stesso protagonista, dentro di sé e fuori di sé nella più classica traiettoria del “viaggio dell’eroe”:

“Quando ti metterai in viaggio per Itaca

devi augurarti che la strada sia lunga,

fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni e i Ciclopi

o la furia di Nettuno non temere,

non sarà questo il genere di incontri

se il pensiero resta alto e un sentimento

fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.”

 

Il secondo protagonista, piomba per caso nella vita del primo un giorno qualsiasi, dopo che Gabriele ha lasciato aperta la porta per il postino; si tratta di Ciro, un bambino di 10 anni che, da subito, gli appare terrorizzato e in cerca di un posto sicuro dove nascondersi. Ciro vive con la sua famiglia nello stesso condominio ed è figlio di un camorrista affiliato al potente boss locale.

Quasi spinto da una forza segreta, Gabriele lo accoglie e nasconde in casa sua, conscio dei pericoli che il gesto porterà con sé, per poi scoprire pian piano le gravi motivazioni che hanno spinto il bambino a quella fuga. Il confronto tra i due, non è solo uno scontro generazionale, ma uno scontro culturale e sociale che lascerà spazio all’inclusione di due mondi che inizialmente sembravano destinati a non incontrarsi mai. Sarà un’occasione di crescita e formazione per entrambi, l’uno verso il ruolo di padre e l’altro verso il ruolo di figlio. Gabriele assumerà con sempre maggiore coscienza questo difficile compito che gli è capitato, e per il quale non credeva di essere pronto; nonostante le indecisioni cercherà di restituire a Ciro quella “possibilità” che la sua famiglia gli avrebbe negato per sempre. Entrambi troveranno un riscatto da quella “vita sbagliata” e senza amore che erano costretti a condurre, guidati da leggi che non sentivano proprie. 

Il bambino nascosto è un romanzo ad alto contenuto letterario, che dona un vero piacere nella lettura ad ogni singola pagina, incastrando perfettamente letteratura nella letteratura, come in questo passaggio in cui Gabriele si accorge della sua grande commozione attraverso i piccoli gesti che compie verso il bambino: “Restò immobile a ripensare com’era cambiata la sua vita dall’arrivo del bambino. Se non altro, aveva finalmente scacciato gli inutili fantasmi che popolavano la sua solitudine. dei compagni abituali delle sue giornate, l’unico a resistere era Kavafis. Quel poeta di candele, di finestre, di ombre, di malinconiche dissolutezze, continuava a essere un confronto per la sua anima.”

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