Il nostro docente Alberto Cristofori voce italiana di Abdulrazak Gurnah, Premio Nobel per la Letteratura 2021

Abdulrazak Gurnah vincitore premio Nobel letteratura 2021

 

Dopo le numerose supposizioni sui nomi di vari scrittori gettonati, tra cui Haruki Murakami, Margaret Atwood, Annie Ernaux e Michel Houellebecq, la scelta dell’Accademia di Svezia per il conferimento del premio Nobel Letteratura 2021 è ricaduta abbastanza inaspettatamente sullo scrittore Abdulrazak Gurnah, con la seguente motivazione: “per la sua intransigente e profonda analisi degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel golfo tra culture e continenti. Gurnah ha commentato con queste parole la notizia del premio ricevuto, in un audio pubblicato sul sito web della Fondazione Nobel: “Stavo pensando: ‘Mi chiedo chi lo prenderà. Ho pensato che fosse uno scherzo”, ha aggiunto, “È stata tale la sorpresa che ho aspettato fino a quando l’ho sentito annunciare prima di poterci credere”.

La notizia della sua vittoria per il nostro mercato editoriale italiano, un po’ come era stato per la vincitrice del Premio Nobel Letteratura dello scorso anno, la poetessa Louise Gluck: ha significato l’immediata consapevolezza di trovarsi di fronte a uno scrittore quasi sconosciuto, ma con una ricca produzione letteraria in lingua inglese. Mentre nel mondo critico e accademico, lo scrittore era già da molti anni studiato e apprezzato anche in Italia.

 

Il primo traduttore italiano di Gurnah tra i docenti di Scuola Fenysia

Alberto Cristofori, traduttore del premio Nobel letteratura

Alberto Cristofori, nostro docente per il Corso di Editoria e Comunicazione digitale, è stato il primo traduttore italiano del premio Nobel letteratura 2021, portando in Italia il sesto romanzo di Gurnah, intitolato By The Sea. Pubblicato da Garzanti nel 2002 con il titolo Sulla riva del mare. Il romanzo è la prima opera dello scrittore tanzaniano pubblicata in Italia grazie all’intuizione della casa editrice Garzanti, e dell’allora suo direttore editoriale Oliviero Ponte di Pino. Per noi di Fenysia, Cristofori ha commentato la scelta fatta dall’Accademia di Svezia con queste parole:

“A me sembra una scelta coerente con la “mission” del premio Nobel. Spesso ci si dimentica che il Nobel non è nato per premiare i più grandi scrittori di ogni epoca, ma per valorizzare quelli che meglio interpretano i valori di Alfred Nobel – la pace, innanzitutto, e il rispetto per gli altri, la capacità di accoglienza e così via. È inutile quindi sorprendersi perché un grande scrittore come Borges non ha vinto il Nobel – spiace dirlo, e sia chiaro che questo mette affatto in discussione la sua grandezza – ma i valori a cui si ispirava lo scrittore argentino, con la sua visione elitaria della cultura, con le sue simpatie per i regimi illiberali, se non apertamente dittatoriali, erano opposti a questi. Aggiungo che mi sembra coerente con questa impostazione del premio anche la scelta di favorire un autore non ancora noto al grande pubblico. Credo che gli accademici svedesi abbiano fatto una riflessione del tipo “perché premiare chi già è ricco e famoso e non ha nessun bisogno di noi? Diamo un riconoscimento a chi ancora non ha ottenuto il giusto riconoscimento da parte di editori e lettori”.

Il romanzo del vincitore premio Nobel letteratura, tradotto da Cristofori
Il romanzo del vincitore premio Nobel letteratura, tradotto da Cristofori

Cogliendo l’occasione di poter parlare con la persona che ha rappresentato la prima voce italiana dell’autore, abbiamo chiesto a Cristofori di svelare le caratteristiche della scrittura di Gurnah, emerse durante il suo lavoro di traduzione:

“Sono molto felice di questa domanda, perché tutto quello che ho detto finora “vale” se c’è in primo luogo una qualità letteraria molto alta. Io ho tradotto, quasi vent’anni fa, uno dei dieci romanzi di Gurnah, Sulla riva del mare (in originale By the Sea), quindi non posso fare un discorso generale sull’autore (che ha pubblicato anche saggi ecc.). Posso parlare dei miei ricordi e delle impressioni che ho provato rileggendo il testo negli ultimi giorni: Gurnah usa un inglese piuttosto raffinato, impreziosito da inserti in arabo e in swahili; anche sul piano sintattico, il suo stile è molto vario, tendenzialmente ricco di subordinate, di incisi, di citazioni.

Per quanto riguarda lo stile Cristofori aggiunge: “La sua è una prosa lenta, analitica, che chiede al lettore di entrare nel testo a poco a poco per scoprirne la complessità e la profondità. È uno scrittore del Novecento, insomma, ben lontano dalle scelte di quegli autori, in genere più giovani, che privilegiano la velocità e la superficie. Mi ha colpito anche la ricchezza di toni del romanzo: da quelli drammatici, sicuramente in parte autobiografici, legati all’esperienza di rifugiato dell’autore, a quelli umoristici, ironici, che meno ci si aspetterebbe in un’opera che affronta la condizione dei rifugiati. Gurnah è uno scrittore impegnato, senza dubbio, ma evita qualsiasi schematismo e rifugge dagli stereotipi: non ci sono buoni e cattivi, europei e africani, bianchi e neri… Ogni personaggio è un mondo pieno di sfaccettature, di contraddizioni, gli africani citano Shakespeare e Melville, sono protagonisti di vicende quasi balzacchiane, di gelosie fraterne, di amori infelici, di identità multiple e incerte… Credo insomma che, quando arriveranno nelle librerie, i libri di Gurnah ci riserveranno molte belle sorprese”.

 

Chi è Abdulrazak Gurnah?

Lo scrittore, nato nel 1948 in Tanzania, nell’Oceano Indiano, è arrivato nel Regno Unito, dove tutt’ora vive, come rifugiato alla fine degli anni ’60, quando a diciotto anni è stato costretto ad abbandonare il suo paese, in quanto appartenente al gruppo etnico oggetto dell’oppressione da parte del regime del presidente Adeid Karume. Ad oggi è autore di dieci romanzi e di due raccolte di racconti. Tutte le sue opere sono attraversate dalla questione del rifugiato, nelle quali ha stravolto la prospettiva coloniale per evidenziare quella delle popolazioni indigene. Gurnah ha vissuto gran parte della sua vita in Inghilterra e oltre all’attività di scrittore è stato professore di letteratura inglese e postcoloniale, presso l’Università del Kent a Canterbury, dove si è dedicato principalmente a scrittori come Wole Soyinka, Ngwa Thiong’o e Salman Rushdie. 

 

I romanzi del Premio Nobel Letteratura

Gurnah ha iniziato a scrivere a 21 anni durante il suo esilio dalla Tanzania, scegliendo come lingua letteraria l’inglese e non lo swahili, sua prima lingua. Ha esordito nel 1987 con Memory of Departure. La poesia araba e persiana, in particolare un’opera come le Mille e una notte, sono state per Gurnah una fonte significativa, così come le sure del Corano. Ma la tradizione della lingua inglese, da Shakespeare a V. S. Naipaul, ha condizionato parte del suo lavoro. Il narratore si è affermato con il romanzo Paradise (1994), con il quale è stato in finale al Booker Prize e al Whitbread Prize, mentre i successivi Desertion (2005) e By the Sea (2001) sono stati selezionati per il Booker Prize e il Los Angeles Times Book Award.         

Tra i temi principali della sua scrittura troviamo i fenomeni migratori e la memoria. In alcune interviste lo scrittore ha parlato di come nei suoi romanzi sia fortemente presente il tema delle migrazioni e dei rifugiati, qualcosa che riguarda innanzitutto la sua storia privata e familiare, ma più largamente il mondo intero, in quanto si tratta di fenomeni che sono ancora in corso nella nostra società contemporanea. Vita e narrazione si mescolano nella fitta e colta produzione letteraria di Abdulrazak Gurnah. Lo stesso scrittore ha messo in evidenza la presenza più o meno rielaborata dell’elemento autobiografico.

 

I romanzi di Abdulrazak Gurnah pubblicati in Italia

In Italia i romanzi di Abdulrazak Gurnah sono usciti tutti per Garzanti: Il Disertore nel 2006 e Paradiso nel 2007 (entrambi tradotti da Laura Noulian), oltre al già citato Sulla riva del mare (con la traduzione di Alberto Cristofori). Questi titoli sono attualmente fuori commercio ma sicuramente avremo modo di ritrovare presto le opere di questo raffinato scrittore in libreria.

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2 Commenti

  1. Che privilegio potervi leggere. Avere questa possibilità per aver seguito un paio di cicli di conferenze…Grazie. Questo intervento è stato per me di grande interesse. Nello specifico caso del lavoro di traduzione (conturbante per me, refrattario all’apprendimento delle lingue) e della personalità del traduttore, vostro docente.Grazie Fenysia

    1. Grazie Giovanni, siamo sempre felici di poter sollecitare nuovi spunti di riflessione nei nostri lettori.

      Scuola Fenysia

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